La creatività e le tecniche di elaborazione nel nuovo millennio.

Come diceva Poincaré: “Creatività è unire elementi esistenti con connessioni nuove, che siano utili”. Ed infatti nel nostro secolo di “connessioni” se ne possono attivare veramente tante anche grazie alle regole e alle tecniche sviluppate da diversi studiosi: Il brainstorming (A. Osborn); La sinettica (W. Gordon); Il PAPSA (H. Jaoui); La Bisociazione (A. Koestler); La tecnica dei sei cappelli (E. De Bono). Il brainstorming è la principale tecnica di problem solving utilizzata per trovare idee e soluzioni. E’ una tecnica coinvolgente che inserita in contesti professionali e di ricerca contribuisce all’attivazione del pensiero creativo. Lo scopo è la quantità e non la qualità delle idee, non operando alcuna censura e possibilmente divertendosi. La sinettica si spiega in 10 momenti chiave: il problema da risolvere; analisi e spiegazione del problema con il contributo dell’esperto; applicazione di un filtro nei confronti delle informazioni raccolte; identificazione degli obiettivi; scelta degli obiettivi giudicati interessanti; scelta di esempi e di analogie personali; realizzazione della “comprensione esplosiva” mediante l’accostamento fra due termini significativi; sintesi dei lavori; riflessione, osservazione, verifica sui risultati emersi; tentativo di arrivare ad una soluzione. Il metodo PAPSA è un approccio creativo completo composto da cinque tappe, e sono: percezione, analisi, produzione, selezione, applicazione. La filosofia del PAPSA è quella di produrre rapidamente tante idee originali, bizzarre o realistiche senza alcuna censura. La “bisociazione” è l’operazione che riunisce due schemi di riferimento o associazioni di ragionamento che solitamente sono considerate incompatibili. In questo senso il pensiero creativo può essere detto”bifronte” o “gianico”, come la divinità che guardava in due direzioni grazie ai suoi volti opposti; le soluzioni artistiche e scientifiche nasceranno dalla combinazione consapevole di termini antitetici e apparentemente paradossali. La tecnica dei sei cappelli è la distinzione di sei diversi modi di pensare. Cappello bianco: ci si concentra sui dati di fatto; Cappello rosso: libero sfogo alla emotività; Cappello nero: indica ciò che non si è fatto e che si sarebbe potuto fare; Cappello giallo: i punti di forza di un’idea; Cappello verde: si mette quando si vogliono cercare idee nuove; Cappello blu: serve a trarre conclusioni.